I Partner Shopify italiani sono di fondamentale importanza per Shopify - è grazie al loro aiuto che tanti merchant hanno negozi di successo, e senza di loro molte app e integrazioni essenziali per il mercato italiano non vedrebbero la luce. Ecco perché abbiamo deciso di intervistare ICT Sviluppo, un'agenzia di Vicenza che sviluppa progetti di ecommerce con Shopify - per farvi conoscere una delle realtà prettamente italiane che si è affiancata a noi con successo.
“Si può migliorare solo sbagliando velocemente e correggendosi ancora più velocemente”—Diego Dal Lago, ICT Sviluppo
Intervista al CEO Diego Dal Lago, che ci racconta di più sulla storia e sull'approccio all'ecommerce di ICT.
Raccontami un po’ della tua attività: cosa fai e quali servizi offri?
Diego: Di questo ci occupiamo, aiutiamo le aziende nella loro irreversibile e obbligata trasformazione digitale. Lo facciamo in ambito sales, marketing, service e data integration.
Abbiamo deciso qualche anno fa di adottare solo piattaforme SaaS come Hubspot e Shopify, per dedicarci maggiormente agli obiettivi dei nostri clienti ed eliminare tutti i problemi e i costi di gestione di tecnologia come server, applicativi, infrastrutture ecc.
Il focus della nostra azienda è la digital transformation. La attuiamo noi per primi all’interno ed “esportiamo” l’esperienza ai nostri clienti con le soluzioni offerte e soprattutto con la creazione di cultura aziendale, tramite le nostre associazioni come Digital Building Blocks e Digital Leaders e attraverso la scrittura di contenuti web e di libri cartacei.
Quando hai iniziato a lavorare in questo campo, e perché?
Diego: Premetto che io vengo da un background di stampo tecnico. Server, load balance, infrastrutture di virtualizzazione... insomma, tutte quelle cose da “informatico anni 90”. Su questo ICT è nata e cresciuta, più di dieci anni fa. Ma negli ultimi 6 anni abbiamo deciso di adottare un cambio di strategia radicale.
Prendiamo lo stesso concetto di ecommerce: ricordo quando nel 2012 i clienti mi chiedevano di poter vendere su Amazon. Allora bisognava acquistare un modulo per il software del cliente, perché farlo custom non se ne parlava proprio. I costi erano proibitivi per grande parte della nostra clientela. Quindi partiva l’ansia di scegliere quello giusto, quello con il supporto dietro. Ne compravi tre e poi tre e mezzo non funzionavano… Insomma, mi svegliavo il sabato mattina e cominciava la routine del check di 20 server. Invivibile, dispendioso a livello di tempo e risorse. Non mi restava assolutamente il tempo di dedicarmi a quello che mi piaceva fare: trovare strategie per far performare meglio gli store.
Come sono cambiate le cose da allora?
Diego: Il cambio di strategia è proprio questo: invece di impiegare risorse tecniche nel software, facciamo partnership con qualcuno che lo fa già molto bene!
Posso così permettermi di acquisire e addestrare risorse nell’utilizzo di quel software. E nel frattempo posso sviluppare delle high skill come, ad esempio, la data integration fra il CRM, il Gestionale e l’Ecommerce in modo da avere delle statistiche di vendita di estrema pulizia e bellezza.
Hai un progetto particolare di cui vorresti parlarci?
Diego: I progetti sono tanti, ognuno con le sue peculiarità. Dalla multicanalità implementata su un negozio di articoli di cartoleria che ha incrementato le vendite di 40.000 euro al mese in tre mesi, all’internazionalizzazione di un negozio high fashion che vende brand italiani in India, Giappone, Est Europa e in Europa, ad altri casi.
Però un ultimo progetto interessante è stato sviluppare la soluzione Shopify per un gruppo di gioiellerie.
Quali sono state alcune delle problematiche uniche che hai incontrato mentre lavoravi a questo progetto? E come le hai superate?
Diego: Il problema principale da risolvere era creare un ecommerce aggiornato con la disponibilità di inventario di tutti i negozi. È stato superato utilizzando le Shopify locations e mettendo nei negozi il POS, tramite cui poter effettuare le vendite e ricevere gli ordini.
Sebbene non sia ancora possibile gestire i pagamenti con il POS, è già un notevole passo avanti nella digitalizzazione di un business retail, con una soluzione out-of-the-box.
Quali sono state alcune delle features prominenti che hai implementato per questo cliente?
Decisamente Shopify POS, insieme alle sedi Shopify. Queste funzionalità hanno aiutato il cliente multi-store ad avere delle statistiche sempre aggiornate, cosa che con il software di fatturazione preesistente era impossibile ottenere. Inoltre hanno semplificato ulteriormente i processi, permettendo di integrare anche il labeling dei prodotti che prima veniva gestito in maniera terribilmente analogica.
Quali strumenti ti sono stati più utili durante la creazione di questo ecommerce?
Essenzialmente Shopify è un ambiente completo e molto personalizzabile, quindi non uno strumento in particolare. Se dovessi dirne una, sceglierei la piattaforma delle API. Pulita, aggiornata ed estremamente flessibile, ci ha permesso di sviluppare applicativi personalizzati per i clienti in maniera rapida e fluida.
Quali integrazioni o app hai usato?
L'integrazione tramite API con il software gestionale del cliente, che però non gestiva i negozi ma solo la parte relativa alla fatturazione.
Poi ci sono app esterne come ShippyPro che hanno un'ottimale gestione della logistica, soprattutto per negozi con più sedi.
Qual è la tua feature preferita in questo sito?
Beh, il POS sicuramente. Ha semplificato notevolmente la vita ai piccoli negozi nella gestione del magazzino e delle vendite.
Qual è stata la lezione più grande imparata lavorando a questo progetto?
Diego: Che il cliente va sempre ascoltato. E soprattutto, non si deve avere paura di consigliare o dare delle indicazioni durante un progetto.
Come hai fatto a trovare il Programma Partner di Shopify?
Diego: È stato un mix fra Google Trends e quotazioni di borsa. [Ride] Cercavamo da tempo un modo per integrare la nostra offerta inbound con quella ecommerce, che era dominata all'epoca da software open source. Da una rapida analisi con Google Trends, abbiamo osservato che Shopify negli USA e in UK aveva ampiamente superato le soluzioni open source che al momento dominavano il mercato italiano; quindi sarebbe dovuto passare qualche tempo, ma sarebbe arrivato anche nella conservatrice Italia. E così è stato: basti pensare che due anni fa Shopify in Italia aveva 2000 ricerche al mese. Ora siamo a 22.000 circa. Essendo partiti due anni fa, abbiamo cominciato a scrivere un blog apposta con contenuti mirati e adesso siamo nella top 10 delle ricerche in Italia con la keyword “Shopify”.
A farci prendere la decisione è stato il fatto che Hubspot avesse acquistato una quota di azioni di Shopify. Quindi una rapida call con il nostro partner manager Hubspot ci confermò che erano in atto e previste delle integrazioni molto raffinate fra i due. Bingo.
In che modo la community di Shopify ha avuto un impatto positivo su di te, sulla tua crescita professionale e sulla tua attività?
Diego: In questo, ringraziamo Shopify di averci invitato come partner durante il Netcomm. Capire la necessità di essere presenti in fiera per il mercato italiano è qualcosa per cui non ringrazierò mai abbastanza la nostra Partner Manager Jenny, che si è esposta in prima linea.
In che modo il programma Partner di Shopify ti ha aiutato a far crescere la tua attività commerciale?
Diego: Presentarsi a dei lead con delle partnership e un ecosistema di software molto legati e complementari fra loro aumenta la nostra credibilità. Avere il supporto e una linea diretta con Shopify inoltre aumenta di molto la nostra reattività alle nuove features che vengono implementate. Con un’azienda come Shopify che ci supporta, possiamo anche entrare in contatto con altre realtà per creare network e soluzioni specifiche per il mercato italiano.
Quali sono stati gli ostacoli più grossi che avete dovuto superare per far crescere la vostra azienda?
Diego: Essenzialmente far capire la differenza che facciamo, a livello di soluzione ma anche di consulenza. Il problema del web è che con i sistemi open source nascono molti “cugini” tutti bravi e intelligenti che lavorano a un decimo del tuo prezzo. Però con risultati che valgono altrettanto.
Se potessi tornare indietro a 20 anni fa, che consigli ti daresti?
Aldo Manuzio, editore e tipografo veneziano verso la fine del XV secolo, utilizzava la locuzione latina tratta dai libri “festina lente”, ovvero “affrettati lentamente”. Attraverso due concetti antitetici, indica un modo di agire cauto ma senza indugi.
Ecco, nel nostro lavoro ho capito che è importante prendere decisioni senza tentennamenti in modo da sperimentare il più in fretta possibile le soluzioni. Si può migliorare solo sbagliando velocemente e correggendosi ancora più velocemente.
In questi vent’anni è cambiato tutto: dalle logiche aziendali a quelle di business, dal marketing all’IT. Oggi non devo più preoccuparmi se seguire una determinata strategia quinquennale. Semmai devo concentrarmi sul risultato finale e provare cinque strade diverse per realizzarlo in un mese. Se una sola di esse funziona, ho raggiunto il mio scopo.
ICT Sviluppo si trova a Chiampo (Vicenza), in via Aldo Moro 8-11 ed è raggiungibile online tramite il sito web.
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